Gaya Wisniewski
Una bambina, un bisonte, una foresta silenziosa: anno dopo anno si rinnova il miracolo di un’amicizia che è un ponte fra esseri, realtà, mondi diversi, un’amicizia che la lontananza stagionale del bisonte non allenta, ma nutre nell’attesa di un nuovo incontro.
Un’amicizia che forma due vite nel silenzio, e che nemmeno l’assenza più dolorosa può interrompere: anche quella una pausa, soltanto una pausa, nell’attesa di rivedersi nella vastità delle foreste celesti.
L’asciutta sobrietà del bianco e nero presta a una storia apparentemente troppo scarna la serenità che merita, aggiungendo ricchezza a una riflessione su tavola profonda e commovente.
Ringrazio l’editore per avermi concesso la copia necessaria alla stesura di questa recensione.